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MILANO

"Certo, non era una città appariscente come Roma o Firenze, sempre pronte a  mettere in mostra la propria bellezza per i loro ammiratori. No, Milano era più simile ad una signora riservata, che si svelava poco a poco solo a chi aveva la pazienza di volerla corteggiare, di conoscerla. Solo allora gli mostrava i suoi cortili nascosti, gli angoli segreti, le sue residenze signorili con i loro giardini, occultate nelle vie traverse."

"Negli ultimi vent'anni passati in costume aveva imparato a conoscere a fondo la propria città, tetti, pareti, tunnel, camere segrete e camminamenti nascosti. Era la sua metropoli, il campo di battaglia in cui nessun criminale poteva nascondersi."

"Ma Milano riusciva ad essere bella in ogni periodo dell’anno, secondo lui, anche in autunno, o in inverno. Con la neve poi era magnifica, assumeva un fascino particolare, tutto suo."

"Era la sua fermata preferita, quella della Stazione Centrale. Gli piaceva il modo in cui gli si parava dinnanzi all’uscita, occupando tutto lo spazio visivo con la maestosità megalitica del suo immenso portico."

"Si diedero appuntamento sul tetto del Duomo di Milano, quella notte stessa.

Quando fu giunto in cima aveva le mani che gli tremavano dall’emozione. Grazie ai suoi poteri la scalata non gli aveva dato problemi, ma non era abituato a performance del genere, e l'altezza gli metteva ancora i brividi. Si guardò subito intorno alla ricerca del suo futuro maestro, ma sui  due immensi piani inclinati di pietra bianca illuminati dalla luce riflessa della piazza non c’era nessuno in vista."

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