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Le origini di Cardo si perdono nella notte dei tempi…Quando frequentavo le scuole medie acquistavo abitualmente i periodici a fumetti dell’Eura editoriale, Lanciostory e Skorpio, di cui amavo molto le storie brevi autoconclusive chiamate “liberi”. Ignorando che questo genere di storie in Italia non avrebbe mai avuto mercato ( e poi avevo tredici anni, chi se ne fregava del mercato? All’epoca inventavo fumetti solo per divertirmi! ) mi dilettavo a scriverne di tanto in tanto, partendo dagli spunti più disparati. Nel dettaglio di questa storia l’idea mi venne da un articoletto della rubrica “forse non tutti sanno che…” della Settimana Enigmistica, in cui veniva citato il fatto che un cinghiale in corsa, se colpito al cuore, continuava a correre per altri cento metri solo per le contrazioni muscolari post-mortem. La storia si scrisse praticamente da sola, l’ambientazione e i dettagli vennero più tardi, quando una ricerca scolastica mi fece nascere un’insana passione per il medioevo e il rinascimento italiani. Armi, corazze, status sociali e la disfida tra arco e balestra vengono tutti da lì. Perché un coniglio? Mi hanno sempre affascinato i personaggi piccoli e forti, non so il motivo ( il mio wrestler preferito era Ray Misteryo ), e le personalità ribelli e insolite.

Cosa poteva essere meglio dello scontro tra un coniglio e una volpe?

E per il nome Cardo…bè, è spinoso e coriaceo, proprio come il personaggio, e in più è un fiore che mi piace molto!

Lo stile di disegno aveva subito l’influenza del lavoro di Jeff Smith, che avevamo appena conosciuto dopo aver scroccato un volume di Bone a Galoppo…

Il finale della storia non piacque ad Emanuela, al punto che ho spesso pensato di eliminarlo… All’epoca mi era sembrata una buona idea per spiegare la faccenda delle contrazioni post-mortem e giustificare il titolo, ma ora come ora mi trovo d’accordo: stona un po' con il carattere generale della storia.

 

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